Biografia
Pasquale Motta «Da dirigente comunista e diessino, sono stato un fedele soldato del Politìchesckij Bjurò ora da democratico, nell’era del “pensiero leggero”, sono un anarchico, controcorrente e provocatore.
Mi stanno sulle balle, i pomposi intellettuali post-comunisti, peggio se, con la puzza sotto il naso. Sono freddo e passionale, rosso e nero. Non mi fido delle tonache; nere, rosse, giudiziarie o clericali. Bigotti, puritani e moralisti li darei volentieri in pasto al “gorilla” di De Andrè, ai razzisti farei fare un’esperienza in quei campi con la scritta: “il lavoro rende liberi”.
Presuntuoso? Può darsi! Rompicoglioni! Certo! Se parlo, conosco, se non conosco, sto zitto!
Per dirla come Theodor W. Adorno: “La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. Amo questa frase di Vittorio Foa: “il sogno può accompagnare la vita ma non deve determinarla. Quando scegli non devi sognare, tu sei responsabile”.
Caratterialmente mi si addice questa citazione frase di Winston Leonard SpencerChurchill:
“Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sui luoghi di sbarco, nei campi nelle strade e nelle montagne. Non ci arrenderemo mai…”».